Corso di Clinica Medica-II anno. Modulo "Scrivere per Leggere – Secondo anno in clinica"

Anno acc. (2024-25)

Il Modulo "Scrivere per Leggere – Secondo anno in clinica" è dedicato agli studenti del II anno ed è un Modulo didattico "anticipato" di Clinica Medica.

Il Polo San Paolo applica un modello “verticale” a diversi corsi per svilupparli in forme innovative: con questo Modulo il corso di Clinica Medica, che si tiene al V e VI anno, consente agli studenti l’esperienza di una piena immersione nel mondo della clinica anticipandola già al II anno.

Questo modulo didattico prosegue l’esperienza nei reparti iniziata con il progetto FAP al I anno: anche in questo caso, l’incontro con il mondo della persona malata avverrà in collaborazione con i Coordinatori Infermieristici (CI) e, come vedrete, sarà accompagnato da incontri di debriefing in piccoli gruppi condotti dai docenti.

A differenza del I anno, l’incontro entrerà più in profondità e prevede il colloquio individuale dello studente con un degente in reparto: lo scopo è favorire l’attitudine a ricercare, cogliere e infine riportare in un testo scritto quei "dettagli rivelatori" che consentono al Medico di ricostruire insieme al paziente la sua “storia di malattia”.

Quando ricorriamo alla nostra innata empatia, il paziente offre al nostro ascolto attivo un mondo di dettagli preziosi che solamente un occhio e un orecchio attenti sono in grado di cogliere (ricordate “Das Auge” di Paul Klee?).

In questo Modulo scoprirete come l’innata attitudine umana a narrare e “scrivere” storie è una risorsa preziosa per imparare a “leggere” e riflettere su quanto abbiamo raccolto e ricostruito in forma scritta. Inutile dire che in tali storie possiamo persino riflettere noi stessi.

In latino, leggere è legere, il cui significato originario è “raccogliere, cogliere”: proprio ciò che facciamo quando vogliamo “collegare (cum-legere)” tra loro i frammenti sparsi di una storia per ricostruirla in modo nuovo.

Si tratta di una ricostruzione importantissima sia per il lavoro del Medico (che deve imparare a prendersi cura di quel paziente), sia per il paziente (che deve imparare a prendere consapevolezza della sua malattia accompagnato da quel medico).

Dunque, l’obiettivo del Modulo è “Scrivere” una storia di malattia per saper “Leggere” a fondo la persona con cui stiamo per instaurare una relazione di cura.

Tutta la letteratura medico-scientifica conferma che cogliendo il senso profondo della narrazione del paziente iniziamo a comprendere chi è la persona malata che abbiamo davanti: è da queste basi che partiamo per poi identificare (diagnosticare) in modo efficace e razionale (senza bias, una parola che forse ricorderete …) il suo processo patologico e, finalmente, iniziare il migliore percorso possibile per prendercene cura: to care e, insieme, to cure.

Infine, scrivere è fondamentale per comunicare agli altri professionisti della cura ciò che abbiamo raccolto, dato che ogni processo di cura si svolge oramai sempre più in equipe. Dunque, dobbiamo anche saper trasmettere agli altri professionisti il patrimonio prezioso e unico di dettagli e conoscenze utili alla cura che abbiamo ricostruito con il nostro paziente.

A questo proposito, ricordo che il prossimo anno nel corso Semeiotica e patologia degli Apparati-1 (SPA-1) conoscerete gli aspetti tecnici della costruzione di una storia clinica (si chiama anamnesi); mentre in SPA-2 (IV anno) affronteremo alcuni importanti aspetti metodologici della comunicazione tra i diversi attori del processo di cura. La S di SPA-2, cosa molto spesso dimenticata, sta infatti per Semeiotica e Metodologia Clinica (non per nulla, già lo scorso anno uno dei Moduli didattici del vostro corso Medical Humanities si chiamava Un Metodo per il Clinico).

Per quanto riguarda le prossime settimane, il percorso che seguirete per far prendere corpo alla storia di malattia ricostruita con il vostro paziente, sarà guidato da due docenti di Pedagogia medica esperte in scrittura riflessiva (la professoressa Lucia Zannini, professore ordinario di Pedagogia Medica, e la dottoressa Kartia Daniele, pHD in Educazione nella Società Contemporanea) e da due clinici (la dottoressa Fiorella Robbiati, CI del San Paolo e che già conoscete, e da me).

Al termine del percorso, produrrete un elaborato scritto definitivo che caricherete nel vostro Portfolio in Ariel. Qui, esso verrà valutato dalle docenti pedagogiste alla luce dei canoni di scrittura riflessiva e a ciascuno di voi verrà offerto un commento scritto individualizzato circa la qualità (riflessività) del vostro lavoro.

Per concludere, ricordo che con quest’anno un’ultima novità arricchirà il percorso sperimentale a cui vi state avviando.

La letteratura medico-scientifica, le opere letterarie e le parole stesse dei nostri pazienti ci ricordano che la malattia è un’esperienza di frammentazione, spesso dolorosa, nel mondo di relazioni della persona malata. E’ importante per un buon medico imparare a raccogliere anche la voce di chi condivide da vicino l’esistenza del suo paziente (familiari, conviventi, care-givers, …). Si tratta di esperienze di frammentazione che investono tutto il processo di cura e riguardano sia le malattie causate da agenti patogeni biologici sia, ancora di più, le dipendenze patologiche.

Con quest’anno, dunque, il Modulo Scrivere per Leggere si arricchisce con la voce di alcuni familiari dei portatori di problemi legati all’uso di alcol. L’associazione Al-Anon, con cui il nostro ospedale collabora da anni, ha accolto il nostro invito per un progetto sperimentale di collaborazione alla formazione dei futuri medici. Una delle persone di cui raccoglierete la narrazione di malattia sarà quindi non un degente ma il familiare Al-Anon di un alcolista.  


 Buon lavoro!